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Il Cheratocono è una malattia degenerativa della cornea che, se non presa in tempo, porta negli anni alla sua deformazione a cui consegue una compromissione totale della sua funzione
ed il conseguente trapianto di cornea.
La cornea, che è solitamente di forma rotonda, diventa sempre più sottile variando la propria curvatura verso l’esterno finendo con l’ostruire il corretto passaggio della luce verso
le strutture oculari interne, modificando il proprio potere refrattivo e provocando una distorsione nella visione.
I sintomi del cheratocono possono essere diversi: solitamente si segnala una graduale perdita della vista, oppure può essere la causa scatenante di astigmatismo e miopia,
aloni notturni e repentino sfregamento agli occhi.
un altro sintomo abbastanza indicativo è la doppia visione con un occhio chiuso.
Malattia di tipo prettamente bilaterale (85%), non si conoscono ancora le principali cause del suo insorgere.
Tuttavia è nota una notevole casistica genetica è spesso di origine genetica (il 10-15% delle persone affette presenti almeno un membro della famiglia con la medesima condizione)
e la severità può variare da persona a persona.
Fondamentale anche in questa situazione la “diagnosi precoce” perchè è bene ricordare che Il cheratocono colpisce con più frequenza i soggetti di giovane età (adolescenti e bambini).
Durante l’esame culistico di routine il medico professionista indagherà circa i sintomi visivi e l’eventuale predisposizione familiare, verificando poi la presenza di astigmatismo irregolare e
andando a misurare la rifrazione dell’occhio.
Esiste poi uno strumento specifico, il cheratometro, che misura la curvatura della superficie esterna della cornea e l’entità dei difetti rifrattivi.
Purtroppo, nei casi più gravi, questo strumento potrebbe non essere sufficiente al fine di ottenere una diagnosi corretta.
Si procederà quindi con ulteriori esami più specifici.
Il medico oculista ha a disposizione diverse possibilità per intervenire in caso di diagnosi di Cheratocono positivo e vengono scelte solitamente in base allo stadio della malattia.
Ecco alcuni metodi:
– lenti a contatto
Particolari lenti che vengono modellate in base alla conformazione della cornea.
In principio le lenti morbide possono correggere l’astigmatismo senza fastidi, ma più in avanti dovranno essere sostituite con lenti semirigide o ibride, in grado di aderire
perfettamente alla conformazione conica della cornea.
Le lenti sclerali sono prescritte per i casi di cheratocono avanzato o molto irregolare, hanno diametri maggiori che consentono loro di aderire ai bordi sulla sclera
(parte bianca dell’occhio).
esistono anche lenti semi-sclerali che, coprendo una porzione minore della sclera, risultano più confortevoli.
– Cross Linking corneale
Rappresenta ad oggi una delle armi migliori per bloccare il cheratocono.
Il cross linking è una terapia indolore e consiste nell’assimilazione di riboflavina o vitamina B2 da parte dei tessuti oculari stimolandola con corrente elettrica a basso voltaggio
per una manciata di minuti.
La reazione chimica che si genera porta alla moltiplicazione delle fibre corneali, rafforzando la struttura e riducendo lo sfiancamento.
Terminata questa operazione vengono indicati dei colliri antibiotici e viene posizionata una lente a contatto protettiva e terapeutica da tenere per alcuni giorni.
Si avvertirà una sensazione di corpo estraneo per qualche giorno e gli effetti saranno percepibili dopo qualche mese ma ciò che conta è che avverrà la stabilizzazione della vista
grazie alla modifica della cornea, che perderà la curvatura e aumenterà il suo spessore: sarà quindi fondamentale fissare incontri di controllo post-operatorio.
– Trapianto della cornea
Qunado la situazione è seriamente compromessa si procede al trapianto della cornea.
Verrà rimossa un’intera porzione della cornea e che andrà sostituita con il tessuto di un donatore sano, nella speranza di ripristinare la vista e prevenire la cecità.
Vi sono due tipi di intervento e cioè la “Cheratoplastica lamellare” e la “Cheratoplastica perforante”.
Il primo dei due, meno invasivo, prevede la sostituzione di solo uno specifico strato corneale.
Quando invece il cheratocono è particolarmente grave e in fase avanzata si procederà alla seconda metodologia che prevede la sostituzione totale della cornea.
Sarà così possibile ripristinare la curvatura naturale della cornea, restituendo la vista al paziente affetto da cheratocono
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